CRISTIANESIMO E LAICITÀ NELLA FORMAZIONE DEI GIOVANI.
di Maria Giovanna Maselli*
Un sentito ringraziamento agli organizzatori di questo Convegno che, affidandomi il tema riguardante il rapporto tra cristianesimo e laicità nella formazione dei giovani, mi danno la possibilità di condividere alcune considerazioni che ho attinto dalla mia esperienza di insegnante e soprattutto dalla mia vita di religiosa dell’Istituto delle Suore del Bell’Amore la cui Fondatrice, sr. Nunziella Scopelliti, ha annoverato tra i fini propri dell’Istituto stesso l’impegno a dare un apporto specifico nella formazione della persona umana, il cooperare, nella Chiesa e nella società, a stabilire rapporti di comunione trinitaria tra persone, istituzioni, associazioni e gruppi differenti, a rendere operativa, nel mondo, la presenza di Maria, a favorire, cioè, l’umanizzazione e la vivificazione delle persone e della compagine sociale1.
Il presupposto di fondo di queste mie considerazioni è l’Incarnazione del Verbo di Dio che ha assunto la natura umana in un eterno sodalizio, per cui, in verità, si può dire che essere cristiani equivale ad essere pienamente umani e che l’uomo è la prima fondamentale via della Chiesa 2. Il motivo conduttore di quanto mi accingo a comunicare è il tentativo di rispondere alla domanda: Quale formazione renderà i giovani gli adulti del domani, capaci di maturità, di senso di responsabilità, di scelte ponderate e definitive e, per dirla con il Vangelo, di crescere in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2,52)?
Il giovane è persona in divenire, deve cioè diventare sempre più quel che già è: persona. Tutti sappiamo, dalle scienze umane e particolarmente dalla psicologia, dall’antropologia e dalla pedagogia, che la persona è unità ontologica indivisibile, che cioè le varie componenti quali il corpo, l’anima la ragione, l’affettività, la volontà…devono tendere, attraverso un’attenta formazione, all’unificazione interiore ed esistenziale. Se ciò non avviene si va verso una specie di schizofrenia nell’autopercezione e quindi verso una frantumazione della persona in fieri. Tale processo disgregante è accentuato attualmente da un certo clima culturale in cui, nel crocevia di visioni etiche e antropologiche differenti e, a volte, opposte, la tolleranza o lo stesso pluralismo sono spesso fraintesi e non colti in chiave dialogica ma ridotti solo ad anticamere del relativismo.
Costruire il Domani Formazione Moderna dei Giovani
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Costruire Il Domani novembre 25